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Conte tra i timori dei sondaggi e tentazioni populiste: «Il riarmo? Serve nella sanità»

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di Claudio BozzaIl leader del Movimento 5 Stelle e il dialogo con Alessandro Di Battista. La viceministra M5S allo Sviluppo economico Alessandra Todde: «L’alleanza con il Pd regge» «Non possiamo ancora chiedere a medici e infermieri di essere eroi, non possiamo lasciarli con le armi spuntate in trincea. Credo che l’unica “corsa al riarmo” da fare sia quella per potenziare il nostro sistema sanitario». Il sentiero imboccato da Giuseppe Conte sembra essere sempre più «di lotta» che «di governo». E anche ieri, dopo aver rivendicato come una vittoria la diluizione dell’aumento delle spese militari per raggiungere il 2% del Pil nel 2028, il leader del Movimento 5 Stelle ha proseguito nel suo mantra. Si tratta di una strategia studiata ad hoc, con l’obiettivo di recuperare consenso. I sondaggi, nonostante i fedelissimi ripetano che il presidente non li guardi neppure, fotografano infatti un M5S ai minimi storici: 14,5% secondo l’ultima rilevazione Ipsos per il Corriere ; ma ce ne sono altri che lo attestano di poco sopra al 12%. Il fattore sondaggiUna discesa che, rispetto alla popolarità raggiunta durante la pandemia stando a Palazzo Chigi, risuona come un forte campanello d’allarme. La posizione «antiarmi» è stata così individuata come una delle battaglie per provare a recuperare consenso, affermando che quei soldi debbano invece aiutare cittadini e imprese a fronteggiare il caro energia e altre emergenze. Questa (nuova) china sta creando preoccupazioni in casa degli alleati del Pd. Al Nazareno non sembrano temere una caduta anzitempo del governo, bensì che Conte sfrutti questi ultimi mesi come palcoscenico elettorale. A questo timore risponde Alessandra Todde: «Non abbiamo alcuna intenzione di rompere l’alleanza con il Pd, siamo impegnati nella costruzione di un campo progressista — dice la viceministra allo Sviluppo e vicepresidente dei 5 Stelle —, il rapporto tra Conte e Letta è forte, e stiamo costruendo alleanze in quasi tutte le città in cui si voterà, quindi non credo sia giusto drammatizzare quando due forze politiche alleate si confrontano sui temi». E poi: «In tanti ci danno per morti prima del tempo. Io, come tutto il M5S, preferisco il confronto chiaro, poi toccherà agli elettori di giudicare scelte e programmi». La prospettiva 2023Elezioni: è appunto questa la prospettiva chiave. E così Conte (spinto anche dal fidato spin doctor Rocco Casalino, che punta a sbarcare in Parlamento) sembra essersi convinto a far partire un restyling più populista che progressista. Non è un caso che, negli ultimi tempi, siano ripartiti segnali di dialogo con Alessandro Di Battista, che il 14 maggio ha un nuovo libro in uscita. Il titolo è tutto un programma: Contro! Perché opporsi al governo dell’assembramento, un manifesto contro la maggioranza del governo Draghi. Convincere «Dibba» a rientrare nel Movimento, specie dopo la drammatica rottura, potrebbe suonare come un discreto colpo per l’ex premier. Ma il problema è che «Ale» sembra propendere decisamente più verso il capo di Rousseau Davide Casaleggio, che dietro le quinte starebbe lavorando per costruire un nuovo soggetto politico che si rifaccia al Movimento delle origini: intransigente e basato sull’«uno vale uno». Un nuovo frontman?E chi meglio di «Dibba» come frontman? «C’è un ottimo rapporto con lui», sottolinea il figlio di Gianroberto dal palco milanese di Sum #06. Ma quando i giornalisti gli chiedono: «Cosa penserebbe suo padre del Movimento di oggi?», lui non si tira indietro: «Penso che sarebbe dispiaciuto». Nessuno sconto, chiaramente, a Conte e al ministro degli Esteri Luigi Di Maio: «Ho spesso idee distanti da quelle che stanno portando avanti, mi dispiace di questa distanza». In questa delicatissima fase, mentre infuria la guerra in Ucraina, il capo della Farnesina preferisce tenersi fuori dalle dispute interne al Movimento, concentrandosi piuttosto sugli obiettivi istituzionali, come l’accordo sull’aumento delle forniture di gas per l’Italia incassato ieri durante la missione in Azerbaigian. Per Di Maio, a taccuini chiusi, parlano solo alcuni parlamentari a lui vicini: «Siamo preoccupati. È vero che il nostro rapporto con il Pd deve essere paritetico, però non è che si può andare in direzioni politicamente opposte». 3 aprile 2022 (modifica il 3 aprile 2022 | 07:42) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-04-03 05:43:00, Il leader del Movimento 5 Stelle e il dialogo con Alessandro Di Battista. La viceministra M5S allo Sviluppo economico Alessandra Todde: «L’alleanza con il Pd regge», Claudio Bozza

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