Concorso di religione cattolica, si va verso lo slittamento della procedura al 2024. Cosa cè da sapere

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Il concorso di religione cattolica potrebbe slittare ancora: un emendamento del Governo all’art. 10 del DL 29.09.2023 prevede infatti di differire il termine di espletamento della procedura al 31 dicembre 2024. Il problema è doppio, dato che in realtà sarebbero 2 le procedure concorsuali di religione: quella ordinaria e quella straordinaria.

L’emendamento in questione riporta così:

Dopo il comma 2, aggiungere i seguenti:
“2.bis. All’articolo 1-bis, comma 1, del decreto-legge 29 ottobre 2019, n. 126, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 dicembre 2019, n. 159, le parole: «entro l’anno 2023» sono sostituite dalle seguenti: «entro l’anno 2024».

Slittano entrambi i concorsi?

A leggere l’emendamento si nota il riferimento al comma 1 che si riferisce al concorso ordinario. Tuttavia, entrambi i concorsi sono da sempre legati e appare difficile pensare di far partire una sola delle procedure e mettere in stand-by l’altra.

Fonti sindacali hanno confermato che i bandi delle due procedure concorsuali sarebbero già pronti e che quindi appare incomprensibile l’eventuale slittamento.

Il decreto PA bis e le regole del concorso

Ricordiamo che il decreto PA bis approvato l’estate appena passata, ha definito alcune novità in merito, ovvero la quota percentuale alle assunzioni da realizzarsi con procedura straordinaria viene innalzata dal precedente 50% al 70%, rispetto a quelle previste con concorso ordinario, che invece avrà una quota del 30%.

Complessivamente è stato previsto un concorso ordinario e straordinario di religione cattolica per 6.442 posti.

L’articolo 5, comma 3 D.L. 198/2022  del Milleproroghe 2023, ha riallineato i due trienni di riferimento per le assunzioni a quello della procedura straordinaria 2022/2025 e ha prorogato la pubblicazione dei due bandi entro l’anno 2023.

Per quanto riguarda il concorso per insegnanti di religione cattolica, il 14 dicembre 2020 è stata siglata l’intesa fra il Ministero dell’Istruzione e la CEI per far partire il nuovo concorso di religione cattolica,previsto dall’articolo 1-bis della legge 159/19.

Il requisito principale di accesso è il possesso per i candidati della certificazione dell’idoneità diocesana: “è prevista la certificazione dell’idoneità diocesana di cui all’articolo 3, comma 4, della legge 18 luglio 2003, n. 186, rilasciata dal Responsabile dell’Ufficio diocesano competente nei novanta giorni antecedenti alla data di presentazione della domanda di concorso”.

Tuttavia, il testo dell’intesa ricorda che i posti messi a bando nella singola Regione per il “personale docente di religione cattolica, in possesso del riconoscimento di idoneità rilasciato dall’Ordinario diocesano, che abbia svolto almeno tre annualità di servizio, anche non consecutive, nelle scuole del sistema nazionale di istruzione” corrispondano a quanto stabilito dall’articolo 1-bis, comma 2, del decreto-legge n. 126 del 2019“.

Pertanto, dei posti messi a concorso il 70 per% dei posti potrà essere riservata al personale docente di religione cattolica, sempre in possesso del riconoscimento di idoneità diocesana, che abbia svolto almeno tre annualità di servizio, anche non consecutive, nelle scuole del sistema nazionale di istruzione.

Sulla questione, come riportato in precedenza, è intervenuto Orazio Ruscica, segretario dello Snadir, che ha tuonato: “Siamo indignati di fronte alla decisione del Ministero dell’Istruzione e del Merito, di prorogare la pubblicazione dei due bandi, ordinario e straordinarioCi troviamo di fronte all’ennesima manovra politica che agisce alle spalle di un’intera categoria di docenti invece di investire su un sistema scolastico che restituisca giusta attenzione al loro ruolo e alla corretta educazione degli studenti”.

“Noi – afferma ancora Orazio Ruscica – ribadiamo una sola richiesta: Stabilizzazione con immissione in ruolo di tutti i docenti precari di Religione. Non staremo con le mani in mano a subire angherie. Siamo al lavoro per iniziative incisive, tempestive e vincenti, per opporci a questa scelta vergognosa comunicata dal Governo

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