Chiara Ferragni in difesa dell’aborto: «Diritto che rischia di sparire»

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di Claudio Del Frate La influencer su Instagram prende spunto da una direttiva della Regione Marche e dal crescente numero di medici obiettori. «Una politica che rischia di diventare nazionale se la destra vince le elezioni» Un messaggio in difesa dell’aborto e contro le politiche della destra che vorrebbe limitare tale diritto. Chiara Ferragni fa irruzione nella campagna elettorale portando in primo piano – con il peso dei suoi oltre 20 milioni di followers – un tema eticamente sensibile come l’interruzione volontaria della gravidanza e messo in discussione dal fatto che in moltissime zone d’Italia l’aborto è impossibile a causa dell’alto numero di ginecologi obiettori. «Ora è il nostro tempo di agire e far sì che queste cose non accadano» scrive la numero uno delle influencer italiane. Chiara Ferragni fa sentire la sua voce attraverso una story pubblicata sul suo profilo Instagram. Lo spunto arriva da quanto sta accadendo nelle Marche. «FdI – ecco il testo comparso sul profilo social – ha reso praticamente impossibile abortire nella Marche, regione che governa. Una politica che rischia di diventare nazionale se la destra vince le elezioni». Un messaggio telegrafico ma che si connette immediatamente con l’appuntamento elettorale del 25 settembre. Ma cosa è accaduto nelle Marche che ha attirato l’attenzione della influencer? Secondo una denuncia avanzata lo scorso giugno in consiglio regionale dalla rappresentante del Pd Manuela Bora «per abortire le Marche sono peggio del Texas». La Regione – governata dalla giunta di centrodestra guidata dal meloniano Francesco Acquaroli -non starebbe applicando le direttive del ministero della salute sulla legge 194. In particolare – secondo la consigliera dem – non consentirebbe di praticare l’aborto farmacologico (con la pillola Ru 486 ) nei consultori. Le donne sarebbero così obbligate a rivolgersi agli ospedali; ma le Marche hanno uno delle percentuali più alte di medici obiettori , con punte in alcuni ospedali dell’80%. Di fatto comprimendo ai minimi termini il diritto delle donne ad abortire . Analoga linea è stata adottata da altre due Regioni amministrate dal centrodestra, Umbria e Abruzzo. La prima ha previsto un ricovero obbligatorio di tre giorni in ospedale per le pazienti che dicono no alla gravidanza (e il divieto di aborto farmacologico nei consultori o a domicilio); nella seconda il governatore Marco Marsilio ha inviato una circolare raccomandando ai consultori di non prescrivere la «pillola del giorno dopo». Contrariamente da quanto previsto dal ministero della salute. Anche in Piemonte il centrodestra aveva chiesto di circoscrivere la pratica abortiva agli ospedali. Il passo di Chiara Ferragni in difesa della 194 non poteva restare inosservato. Tra le prime a reagire la parlamentare del Pd Alessia Morani, con un tweet: «Grazie a Chiara ferragni si accende un faro sulle Marche governate da FdI. Sono due anni che portiamo avanti questa battaglia nell’indifferenza dei più». E sempre in casa dem Valeria Fedeli si domanda: «Cosa ne pensa Giorgia Meloni?» 24 agosto 2022 (modifica il 24 agosto 2022 | 15:34) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-08-24 10:10:00, La influencer su Instagram prende spunto da una direttiva della Regione Marche e dal crescente numero di medici obiettori. «Una politica che rischia di diventare nazionale se la destra vince le elezioni», Claudio Del Frate

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