Cernobbio, imprenditori disincantati «La politica? Ora concretezza»

il forum ambrosetti

di Federico Fubini01 set 2022

Un’immagine di archivio di The European House Ambrosetti 2020 a Villa d’Este

Non si aspettano molto anche se molto vorrebbero essere rassicurati, gli imprenditori di Cernobbio. Domenica a Villa d’Este, giornata finale del Forum Ambrosetti, sei leader di partito si presenteranno alla platea per un incontro moderato dal direttore del «Corriere» Luciano Fontana. Sarà l’ultimo momento in cui tutti i candidati al posto di Mario Draghi a Palazzo Chigi si troveranno allo stesso tavolo: seduti davanti a centinaia di donne e uomini di industria e di finanza che hanno, come pochi altri, il polso della recessione nella quale la guerra economica con la Russia sta infilando l’Italia.

Ogni parola sarà scrutinata, soppesata. Eppure il livello delle aspettative – non quello delle speranze, né quello delle esigenze – sembra essere basso. «Prevedo che finiscano per parlare soprattutto per slogan – dice Giovanni Bossi, amministratore delegato e fondatore della fintech Cherry Bank –. Ma di fronte alla sala di Cernobbio i leader politici dovrebbero avere il coraggio di affrontare i temi seri, quelli di cui non si parla: la demografia in declino, la sostenibilità delle pensioni, una visione sull’energia che vada oltre gli slogan da campagna elettorale».

Là fuori, oltre il giardino di Villa d’Este, lo choc energetico sta scavando i segni di una recessione che si annuncia profonda. Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia (l’associazione che raccoglie imprese agricole e agrolimentari), traccia un bollettino di guerra economica: fra le 740 mila aziende agricole associate già in 70 mila hanno fermato la produzione, mentre nel settore della trasformazione alimentare il 20% dei produttori ha ridotto i ritmi di almeno la metà. Gli imprenditori domenica ascolteranno Carlo Calenda, Giuseppe Conte, Enrico Letta, Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani avendo in testa numeri del genere. Sono i dati che metteranno nei bilanci dei loro gruppi a fine anno. E aspettano risposte, dice Scordamaglia: «Vorrei che si smettesse di parlare del nulla, vorrei poter valutare ciascuno dei leader sulla base delle soluzioni e delle strategie concrete di medio e lungo periodo che propone. Ma poi devono diventare vincolanti – aggiunge Scordamaglia – altrimenti sarebbe poco responsabile».

Il leader di Filiera Italia spera in uno scostamento di bilancio per tenere in vita le aziende che si stanno fermando: «Il meno possibile – dice – ma in questa fase ci vuole». Anche lui però ha appena sentito l’invito che Mike Pompeo, l’ex segretario di Stato americano nell’amministrazione di Donald Trump, ha rivolto all’Italia da Cernobbio: «Spero che gli europei ritrovino un equilibrio nelle politiche energetiche, non era inevitabile che finissero tanto in difficoltà – ha detto Pompeo –. Ma sarebbe ridicolo pretendere che una famiglia italiana nei prossimi anni faccia affidamento solo sul fotovoltaico, perché una quota di fonti fossili sarà necessaria». Per Pompeo, l’Europa e l’Italia devono garantirsi l’autosufficienza: «Mio padre diceva che se puoi risolvere il tuo problema da solo, devi farlo. E nel sottosuolo dell’Italia ci sono ancora idrocarburi».

Forse riaprire i pozzi non è l’opzione preferita da tutti a Cernobbio, ma la domanda di concretezza dalla politica è ovunque. Osserva Roberto Crapelli, ex amministratore delegato di Roland Berger e oggi al fondo di private equity Quadrivio: «Spero di tornare da Cernobbio con due messaggi dai politici. Il primo su come e in che misura pensano di portare fino in fondo il Piano di ripresa europeo. Il secondo su come riportare flussi dall’estero verso il mercato dei capitali italiano, perché ora si stanno riducendo».

Altri manager e imprenditori, anche di alto profilo, sono più chiaramente irritati o diffidenti. Lo è Nani Falco Beccalli, a lungo responsabile di General Electric in Europa e oggi investitore dalla sua base di Zurigo: «Sarei nell’area di centrodestra, ma oggi mi è molto difficile trovare dei leader nei quali possa rispecchiarmi. È difficile avviare una discussione seria con chiunque di loro – dice –. Quanto al centrosinistra, Enrico Letta è un gentiluomo che ha assemblato una coalizione destinata ad andare in frantumi, se vincesse, cinque minuti dopo il voto». La conclusione di Beccalli è drastica: «L’Italia aveva un premier capace in Mario Draghi, ma è stato mandato via. Dalla sfilata dei leader a Villa d’Este dunque non mi aspetto molto: non giudico le persone, ma vedo le loro politiche».

Anche più caustico Manfredi Lefebvre d’Ovidio, il miliardario che guida da Monaco il gruppo delle crociere di lusso Silversea Cruises. «Vorrei sentire un discorso diverso dai politici, perché sulle sanzioni alla Russia abbiamo preso la strada sbagliata e ci stiamo facendo del male da soli – taglia corto –. Ma nessuno dei loro oserà dirlo, perché sa che sarebbe triturato».

Ma il Forum Ambrosetti non è un evento solo italiano. Molti arrivano dall’estero per aiutare la platea ad aprirsi una finestra sul mondo, alcuni anche per avere una finestra su cosa sta accadendo in Italia. Fra questi Bernard Spitz, presidente della commissione Europa e Internazionale del Medef (l’associazione dell’industria francese). «Queste elezioni italiane saranno fondamentali anche per la Francia o la Germania – dice Spitz –. Dobbiamo affrontare insieme le conseguenze della guerra e molte altre sfide, a maggior ragione perché le economia dell’Italia e della Francia sono così complementari». Questo Forum Ambrosetti finirà dunque per dare segnali che saranno registrati attentamente a Parigi: «Spero di vedere dei leader che vogliano far vivere il Trattato del Quirinale di amicizia fra Italia e Francia – osserva Spitz – Abbiamo ammirato molto lo slancio riformatore di Draghi e la qualità del suo modello di governo. Spero che, chiunque vinca, questo spirito rimanga in Italia».

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, 2022-09-01 21:09:00, Le aspettative al forum che si apre oggi a villa d’Este. Pompeo: il fotovoltaico? Serviranno ancora le fonti fossili, Federico Fubini

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