Casini avverte Salvini: «Attento a non diventare il burattino di Putin»

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di Fabrizio Caccia L’ex presidente della Camera sul viaggio a Mosca del leader della Lega: «Credo alla bontà dei suoi propositi ma il rischio è di farsi strumentalizzare». Le armi all’Ucraina? «Quando i sovietici ci puntarono gli SS-20, Craxi rispose installando gli euromissili» Roma Presidente Casini, venerdì era a Nusco al funerale di Ciriaco De Mita. Ha pensato a cosa avrebbe fatto lui oggi in questi tempi di guerra? «Sì, ci ho pensato. E credo che non solo lui, ma i nostri padri della Prima Repubblica, oggi si sarebbero fatti guidare prima di tutto dal senso del limite, una cosa che in politica è bene non perdere mai». Sarebbe? «Capire che siamo un Paese incardinato nella Nato e nell’Europa e che non possiamo essere artefici in solitudine del nostro destino. Perciò De Mita e gli altri oggi avrebbero lavorato per la pace, ma senza indebolire l’Alleanza atlantica e non prestandosi al rischio di essere strumentalizzati da Putin. E mi riferisco a Matteo Salvini…». Il leader della Lega ha annunciato tra mille polemiche un viaggio a Mosca. «Ecco, io voglio credere assolutamente alla genuinità e alla bontà dei suoi propositi, ma deve stare molto attento a evitare che perseguendo un obiettivo così nobile finisca per indebolire il ruolo dell’Italia diventando un burattino nelle mani di Putin. Come dice il proverbio: delle buone intenzioni sono lastricate le vie dell’inferno». Intanto Putin ha detto a Macron e Scholz che è pronto a riprendere il dialogo con l’Ucraina. «È uno spiraglio, certo, l’importante però è capire che oggi non c’è in corso una guerra in Ucraina ma all’Ucraina e quindi la pace alla fine la dovranno fare gli ucraini con i russi. Voglio dire: l’Europa sta facendo quello che deve fare, i tavoli che si aprono sono sempre positivi, ma quando si parla di pace non si può mai prescindere dagli ucraini. Che hanno avuto il territorio devastato, i disastri di Bucha e il presidente Draghi questo lo ha evidenziato spesso, l’Europa cioè non è equidistante tra Russia e Ucraina. Purtroppo però, spero di sbagliarmi, non credo che la pace sia vicina, temo che andremo ancora avanti con un conflitto a bassa intensità». E Salvini alla fine potrebbe decidere di restarsene a casa. «Guardi, io credo molto nell’importanza della diplomazia parlamentare e non penso che la sua iniziativa estemporanea recherà danno alla maggioranza. Però in certe circostanze è bene lasciare l’azione al governo, l’attore oggi è Draghi. Ricordo a Salvini una frase dell’ex primo ministro inglese Harold Wilson: se vuoi dare un consiglio utile a una persona e vuoi farti ascoltare da essa, sussurraglielo all’orecchio. Se invece ne parli con tutti, allora è segno che si vuol fare solo propaganda». Lei ha sempre detto sì alle armi all’Ucraina, aggiungendo che la Resistenza in Italia non si fece con i fiori. «Non solo.Quando i sovietici ci puntarono contro gli SS-20 come reagirono Craxi Spadolini, Cossiga, Andreotti? Installando gli euromissili. Cioè: quella che sembrava una scelta di guerra, in realtà produsse pace e disarmo. Si chiama deterrenza». Questa guerra sta comportando anche pesanti conseguenze economiche. «Già. E l’Italia ha fatto la scelta più giusta promuovendo la diversificazione degli approvvigionamenti delle risorse energetiche. Quanto al grano bisogna stare attenti alle furbizie: i russi assicurano di voler far passare le navi sminando il mare, ma non vorrei che la vera intenzione fosse quella di liberarsi la strada per Odessa». 28 maggio 2022 (modifica il 28 maggio 2022 | 21:38) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-05-28 19:39:00, L’ex presidente della Camera sul viaggio a Mosca del leader della Lega: «Credo alla bontà dei suoi propositi ma il rischio è di farsi strumentalizzare». Le armi all’Ucraina? «Quando i sovietici ci puntarono gli SS-20, Craxi rispose installando gli euromissili», Fabrizio Caccia

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