Cambia opzione donna, ho pianto per quindici giorni dopo aver appreso la notizia. Insegno da quarantanni

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“Insegno da più di quarant’anni e ho pianto per quindici giorni dopo avere appreso dal mio sindacato la notizia di non poter usufruire della pensione anticipata denominata ‘opzione donna’, perché la norma è stata appena cambiata”. Paola ha trascorso quasi una vita intera nelle scuole primarie della provincia di Bergamo. Ha sempre lavorato col sorriso nel cuore e sulle labbra, ma oggi, in vista del meritato riposo, è delusa e amareggiata. Dopo quota 100 e quota 102, per il 2023 varrà quota 103. Il funzionamento di questa opzione temporanea è simile a quello delle due precedenti, mentre cambia il numero di anni richiesti per potervi accedere.

Paola spiega la sua situazione, simile a tanti altri colleghi in bilico: “Mi era stato detto che, come per quota 102, anche l’opzione donna è una tipologia di pensione anticipata che poteva essere richiesta nel 2023 dalle persone con 62 anni d’età anagrafica e 41 anni di contributi per un totale di 103, cifra che dà il nome alla misura. Poi ho appreso che dal 2024 l’accesso verrà consentito soltanto alle lavoratrici caragiver, a quelle con invalidità di grado non inferiore al 74%, oppure licenziate o dipendenti da aziende in crisi, a patto che entro fine anno abbiano conseguito 35 anni di contributi e 60 anni di età”.

La maestra si sfoga: “Ho spiegato tantissime volte che è ‘un’età di valore’ e tra esse vi è la mia. Oggi considero al di sopra di tutto quanto sia più importante il valore del mio tempo. Mio marito andrà in pensione in aprile di quest’anno e il nostro desiderio sarebbe stato (a questo punto) di poter coronare il nostro traguardo comune, dopo anni di puntuale serietà e dignità lavorativa. Sì, il tempo vita è impagabile. E’arrivato il tempo in cui vorrei dedicarmi di più ai miei familiari, regalarmi dei bei viaggi, comprare un bilocale in riva al mare e respirare aria pulita. I miei alunni che mi conoscono da un semplice sguardo hanno intuito il mio malessere e come non mai mi chiedono ‘maestra, posso abbracciarti?’ Non ho mai negato loro la bellezza di uno slancio affettivo e continuerò sempre a farlo. Ritengo che l’età pensionistica debba essere ridimensionata e dopo 40 anni, operata per ben due volte alla corde vocali, per usura da malattia professionale, non chiedo la 104 personale che mi farebbe pure da apristrada all’opzione donna, perché rispetto chi ha problematiche più serie. Io, alla fine, sono una donna fortunata e spero solamente di trovare quell’energia e quel filo di voce in più per i futuri due anni richiesti dall’attuale legge Fornero”. Come tanti altri, Paola attende la riforma del sistema pensionistico annunciata da più parti politiche dell’attuale governo. Ma sarà davvero così?

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