Elezioni in Brasile, il lungo silenzio di Bolsonaro sconfitto. I ministri: «Non contesterà il voto»

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di Sara Gandolfi

Lula esulta: «Volevano seppellirmi, ma sono risorto». Cautela sui mercati

Il primo a rompere il silenzio in Casa Bolsonaro, a 20 ore dalla proclamazione di Lula presidente, è stato su Twitter il figlio maggiore del leader d’estrema destra, il senatore Flávio: «Grazie a tutti coloro che ci hanno aiutato a salvare il patriottismo, che hanno pregato, sono scesi in piazza, hanno dato il loro sudore per il Paese che lavora e hanno dato a Bolsonaro il voto più grande della sua vita! Alziamo la testa e non molliamo il nostro Brasile! Dio in carica!». Papà, invece, è rimasto ancora zitto, come fece Trump nel 2020, nonostante i più stretti collaboratori abbiano cercato per tutto il giorno di convincerlo ad accettare pubblicamente la sconfitta, 49,1% contro il 50,9% di Lula. Non era mai capitato nella storia del Brasile democratico che il perdente non riconoscesse la vittoria dell’avversario.

Bolsonaro domenica notte si è chiuso nella sua residenza a Brasilia, il Palazzo Alvorada, e ne è uscito lunedì mattina per andare al Planalto, il palazzo presidenziale, rifiutando di rispondere alle chiamate dei suoi alleati politici. Nel pomeriggio è tornato a casa, secondo i suoi portavoce per limare un discorso in cui non contesterebbe la sconfitta ma parlerebbe di “ingiustizie” elettorali. Il testo proposto dai suoi consiglieri conferma il rispetto per la democrazia senza però lasciare “orfani” i militanti bolsonaristi.

Pur potendo contare sulla forza del suo Partito liberale —con ben 99 deputati su 513 e 14 senatori su 81 — il Trump dei Tropici sembra isolato. Almeno a livello istituzionale. I deputati del Centrão, rappresentanti di vari partiti con cui qualsiasi presidente deve negoziare per far approvare le leggi, avrebbero velocemente voltato le spalle a Bolsonaro, in carica ancora per due mesi. E il presidente della Camera, Arthur Lira, suo alleato politico, ha subito riconosciuto il risultato elettorale. Diverso il discorso nelle piazze, dove ieri si sono scatenati alcuni gruppi di auto-trasportatori bolsonaristi. Hanno bloccato oltre 140 strade in 18 stati del Paese. Altri hanno criticato la mobilitazione: «Non è il momento di fermare il Paese», ha detto il leader della protesta dei camionisti del 2018.

Il primo a precipitarsi in Brasile per congratularsi di persona con Lula è stato il presidente dell’Argentina, il peronista Alberto Fernández, che ha dichiarato: «È un leader meraviglioso»». Anche lo statunitense Joe Biden è corso, seppure non fisicamente, ad appoggiare il neo-eletto presidente con una telefonata in cui «ha elogiato la forza che le istituzioni democratiche brasiliane hanno dimostrato in elezioni libere, eque e credibili». Congratulazioni sono arrivate da tutto il mondo, dall’italiana Meloni come dal cubano Miguel Diaz-Canel,

I mercati hanno invece per ora reagito con cautela, in attesa di conoscere quale sarà la formazione del futuro governo Lula. «Sono in stand by sia perché preoccupati dall’atteggiamento di Bolsonaro sia perché Lula non ha ancora detto chi sarà il suo ministro dell’Economia» spiega Graziano Messana, presidente della Camera di Commercio italo-brasiliana di San Paolo. «Il presidente eletto ha la chance di attrarre un nuovo flusso di investitori interessati a tematiche energetiche e di preservazione ambientale».

In questa giornata d’attesa, c’è da segnalare la loquacità della first lady Michelle, fervente evangelista. In mattinata ha postato su Instagram un salmo della Bibbia, quindi ha smentito le voci di una rottura con il marito Jair, circolate dopo che gli sposi hanno smesso di seguirsi sui social: «Saremo sempre uniti, amandoci, nell’allegria e nella tristezza», ha scritto lei. Almeno Bolsonaro non si sentirà solo.

31 ottobre 2022 (modifica il 31 ottobre 2022 | 22:37)

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, 2022-10-31 22:17:00, Lula esulta: «Volevano seppellirmi, ma sono risorto». Cautela sui mercati, Sara Gandolfi

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