Bonaccini: «Uniti dobbiamo dare il massimo per vincere, lotterò fino alla sera del 25. Il congresso? Non esiste»

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di Monica Guerzoni

Il governatore: Enrico fa bene a incalzare la destra. Il presidenzialismo di Meloni, boutade fatta per dividere

Direte no alla bicamerale sul presidenzialismo anche se Meloni ha ricordato che Veltroni e D’Alema erano per il sistema francese?

«Ogni proposta è legittima, ma il presidenzialismo è una boutade sbagliata, fatta per dividere il Paese e distogliere l’attenzione dai problemi degli italiani. Evocare poi il presidenzialismo come un avviso di sfratto per Mattarella, punto di riferimento per gli italiani e per l’Italia nel mondo, è indegno».

Il video di Enrico Letta che sfida Meloni in tre lingue è una buona mossa, o il segretario rincorre l’avversaria?

«Enrico fa bene ad incalzare e a mostrare la coda di paglia di una destra che doveva porsi ben prima il problema della propria credibilità all’estero. Chi ha contrastato Draghi, in un momento così difficile, può mai risultare credibile andando a braccetto con Le Pen o l’estrema destra di Vox?».

Cannabis, salario minimo, tassa di successione, ddl Zan, ius scholae… C’è troppa sinistra nel programma del Pd?

«È un programma per un’Italia più giusta e innovativa, che guarda alla vita reale delle persone, diverse di queste proposte sono già in attuazione in Emilia-Romagna. Possiamo vincere. E mi sono dato un impegno da qui al 25 settembre. Ogni settimana prenderò un punto del programma e dimostrerò con l’esperienza del buon governo dell’Emilia-Romagna cosa significa per noi e cosa potrebbe significare per il Paese».

Senza Calenda e Renzi che prospettive ha il Pd di conquistare i voti moderati?

«Il voto non si conquista con categorie astratte, ma con soluzioni ai problemi. Faccio esempi concreti. Realizziamo il rigassificatore a Ravenna per rispondere all’emergenza nazionale delle scorte energetiche, per non rimanere al freddo o dover fermare le imprese. C’è poi la destra, che dice no ai rigassificatori, nega l’emergenza climatica e butta la palla in tribuna col nucleare».

Le proteste del territorio e sue per i «paracadutati» hanno fatto rumore. A Bologna candiderete Casini?

«Premesso che Casini è una personalità che allarga la rappresentanza, un bolognese doc e non un paracadutato, al pari della mia vice Elly Schlein, credo di aver posto un problema serio, il radicamento e il consenso reale dei candidati. L’esatto opposto della spartizione tra correnti».

Di Maio, Tabacci, Fratoianni. Come spiegherete agli elettori dem che devono votare draghiani e anti-draghiani nelle vostre liste? È allargamento o incoerenza?

«In Emilia-Romagna governiamo con una maggioranza che va da Italia viva e Azione fino ai Verdi e Sinistra italiana e non c’è mai stato un solo giorno di crisi. La chiave è mettere tutti nelle condizioni di dare un contributo, fuori dalle scorciatoie ideologiche e dai veti contrapposti».

Condivide il divorzio di Letta dal M5S Conte?

«Io non ho mai posto veti, in diverse città come Bologna governiamo assieme. Ma innescando una crisi al buio quando servivano unità e stabilità Conte ha commesso un grave errore, sfruttato da Salvini e Berlusconi che erano all’angolo. Lo dico con rammarico perché, paradossalmente, proprio in Emilia-Romagna dove i 5 Stelle non sono in maggioranza c’è però un confronto vero e proficuo».

Al Nazareno non sono contenti delle sue critiche alla linea del segretario. Ha ragione chi le rimprovera di aver aperto il congresso in piena campagna elettorale?



«Sgomberiamo il tavolo, il tema del congresso non esiste. Abbiamo davanti elezioni cruciali e le dobbiamo vincere, con Enrico in prima fila e noi al suo fianco, dando tutti il massimo. Ed è per vincere oggi, non pensando ad un congresso che non c’è, che chiedo al Pd di fare fino in fondo il Pd».

Spazzando via le «nostalgie dei Ds» e guardando al centro?

«Parlare a chi non è di sinistra ma non ha condiviso lo strappo su Draghi è un problema nostro, non solo di Calenda. Io sarò in campo come sempre, pur non essendo candidato a niente. Come ho fatto alle Regionali, dove nel momento peggiore per noi non ho chiesto un seggio in Europa, ma sono rimasto a combattere nel territorio».

Se perderete, il 26 settembre la minoranza aprirà la sfida per la segreteria? E lei, scenderà in campo?

«Non faccio parte di alcuna corrente e il Pd ha un segretario che ho sostenuto nella sua elezione e sostengo ora, visto che in gioco c’è il futuro del Paese. Chi pensa al giorno dopo è perché ha buttato la spugna il giorno prima. Io combatterò fino alla sera del 25».

14 agosto 2022 (modifica il 14 agosto 2022 | 22:36)

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, 2022-08-14 20:39:00, Il governatore: Enrico fa bene a incalzare la destra. Il presidenzialismo di Meloni, boutade fatta per dividere, Monica Guerzoni

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