Laura Boldrini contestata alla manifestazione per il diritto all’aborto: «Non ci rappresenti»

di Valentina Santarpia

La parlamentare, ex presidente della Camera, è stata vista come simbolo di una sinistra radical chic lontana dai problemi della gente «dei quartieri popolari». La replica: «Rivendico il diritto di essere in quella piazza»

«Non è ben accetta»: così le militanti del movimento femminista «Non una di meno» hanno reagito di fronte alla deputata ed ex presidente della Camera Laura Boldrini alla manifestazione organizzata a Roma per ribadire la necessità del diritto all’aborto. Boldrini era scesa in piazza per appoggiare la protesta in piazza dell’Esquilino, in occasione della Giornata Internazionale dell’aborto sicuro, e «difendere la legge 194 da questa destra oscurantista, la cui leader parla del diritto di non abortire». E rivendica anche oggi «il diritto di essere in quella piazza».

Ma la sua presenza non è stata gradita: «Abbiamo allontanato la Boldrini, che non è ben accetta in una piazza per i diritti delle donne – si legge in una nota firmata da Giulia Calò, studentessa di Potere al Popolo che ha dato vita alla contestazione – siamo scese in piazza contro il futuro governo Meloni per rivendicare il diritto all’aborto, e allo stesso tempo non accettiamo la presenza di chi rappresenta il simbolo di una politica guerrafondaia come quella del Partito Democratico che ha governato negli ultimi anni soprattutto con il governo Draghi e ha negato i diritti con i tagli alla sanità e al welfare. In questa Regione a guida Zingaretti i consultori sono sottodimensionati, la contraccezione è a pagamento e il 70% dei medici è obiettore. Noi siamo con i giovani, i precari, gli abitanti dei quartieri popolari, non con chi fa le passerelle e poi ci nega il futuro. Costruiamo l’opposizione al governo Meloni, come lo siamo stati dell’agenda Draghi!». Alla manifestazione hanno partecipato alcune centinaia di persone, tra le quali anche le esponenti del Pd Cecilia D’Elia, Monica Cirinnà, Debora Serracchiani e Marilena Grassadonia, coordinatrice ufficio Lgbt+ in Campidoglio. Lo sottolinea la stessa Boldrini, parlando di «bella manifestazione perché erano presenti molte realtà». E ricostruendo così la vicenda: «Verso la fine, un gruppetto di tre ragazze con altri che seguivano con i telefonini accesi sono venute da me non per confrontarsi ma per attaccare qualcuno e hanno messo dentro insieme tante motivazioni affastellate, una sull’altra», chiarisce Boldrini.

Il battibecco sulla legge 405

Boldrini è stata infatti protagonista, come si vede dal video circolato sui social, di uno scambio di battute acceso con alcune studentesse: «La Lorenzin ha reso la pillola anticoncezionale a pagamento», dice una ragazza alla parlamentare nel video circolato ieri sera. Ma Boldrini replica: «Il problema non è questo, ma la distribuzione della pillola». Di fronte alle rimostranze della ragazza, sulle difficoltà economiche di chi non riesce a sostenere certi costi, Boldrini cerca di frenare: «Capisco che sei arrabbiata». Ma lei la incalza: «Lei cosa rappresenta?». «Io rappresento dei principi e dei valori», risponde. «Ma si vede che non li rispetta, mi dispiace tanto», replica la studentessa, ricordando che i «principi» di cui parla poco contano rispetto a chi, come loro, «nelle periferie» non ha niente. Di qui la richiesta di allontanarsi, «perché non rappresentate le rivendicazioni di questa piazza».

Vano il tentativo di Boldrini di ricordare alle studentesse che se c’è il diritto all’aborto è «perché ci sono delle parlamentari che l’hanno voluto e hanno lottato per questo», per cui non ci sarebbe «rottura tra il Parlamento e fuori». Le ragazze vedono in lei il simbolo di una sinistra radical chic e lontana dalla realtà: «Sa perché non siamo unite? Perché c’è proprio una differenza, a lei delle persone che abitano nelle case popolari, nei quartieri popolari, non gliene frega niente», insistono. Spiegando di non aver avuto risposte sui tagli alla sanità, sui consultori chiusi, su una legge non applicata, la 405 del 1975 che istituiva i consultori familiari, non applicata. Secondo la legge 194, che disciplina l’aborto in Italia, i consultori familiari hanno un ruolo fondamentale nell’assistenza alle donne che decidono di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza. Boldrini glissa: «Se devi fare uno show», e poi sbotta: «…io sono rappresentante di quel partito che difende quella legge, allora ve la difenderà Fratelli d’Italia questa legge».

Le reazioni

Accesissimi i toni dei commenti all’episodio. C’è chi accusa Boldrini, come Rosa Mordenti, scrittrice, nipote di un partigiano, su Twitter: «Splendide giovani compagne giustamente incazzatissime col Pd che non ha fatto nulla per garantire l’accesso all’aborto (anzi) chiedono a Boldrini di lasciare la piazza di #Nudm. Lei risponde ‘e allora andate da Fratelli d’Italia’. Non vi dobbiamo niente, Boldrini. Niente». Ma c’è anche chi, come Lorella Zanardo, autrice del documentario «Il corpo delle donne», la difende: « Il @pdnetwork ha mille responsabilità e lo scrivo da sempre. Non si può negare però che @lauraboldrini abbia fatto molto x le #donne da Presidente Camera affrontando critiche feroci dall’ opposizione. Riconosciamo i meriti e combattiamo ciò che ancora non funziona #Boldrini».

La difesa di Boldrini

Oggi Boldrini si difende: «Mi hanno attaccato ma io non sono nata in quella piazza , ho sempre difeso i diritti delle donne, non solo in Parlamento ma anche quando lavoravo nei campi profughi in tante parti del mondo: in Iraq, Afghanistan, Iran, Sudan, Ex Jugoslavia- sottolinea- Rivendico il diritto di essere in quella piazza e credo che queste ragazze non si rendano conto che i diritti si affermano o si cancellano attraverso leggi e le leggi si fanno in parlamento. Non cogliere la necessità che bisogna unire le forze tra chi sta fuori e chi sta dentro le istituzioni è grave, poiché stiamo dalla stessa parte e insieme dobbiamo lottare». L’ex presidente della Camera ha invitato le ragazze «a parlare ma non per fare uno show, per un confronto serio su questi temi. E voglio ricordare loro che nelle regioni governate dalla destra, ad esempio Marche e Umbria, la pillola RU 486 non viene data nei consultori come previsto da linee guida del ministero della Salute. A me sembra una ulteriore grave limitazione dell’accesso delle donne all’interruzione di gravidanza che rimette in discussione l’auto determinazione delle donne. Anche su questo vorrei fossimo insieme a fare la stessa battaglia».

29 settembre 2022 (modifica il 29 settembre 2022 | 15:28)

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, 2022-09-29 13:37:00, La parlamentare, ex presidente della Camera, è stata vista come simbolo di una sinistra radical chic lontana dai problemi della gente «dei quartieri popolari». La replica: «Rivendico il diritto di essere in quella piazza», Valentina Santarpia

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