Biden «copia» Draghi sul petrolio russo (per evitare che le sanzioni diventino un boomerang)

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di Federico Rampini

La proposta di Draghi di mettere un tetto al prezzo del gas piace agli Stati Uniti che la vorrebbero applicare al mercato del petrolio. Unendola magari a sanzioni secondarie per i Paesi che acquistano greggio a prezzi scontati da Mosca – in primis Cina e India

La proposta di Mario Draghi di mettere un tetto al prezzo europeo del gas piace agli Stati Uniti che la vogliono applicare al mercato del petrolio russo.

L’Amministrazione Biden vuole creare un «cartello di Paesi consumatori», partendo dal G7, che imponga un limite a quel che Mosca può guadagnare con le vendite di greggio.

L’idea viene discussa in questi giorni tra la segretaria al Tesoro Usa, Janet Yellen, e i maggiori governi europei. È una delle armi che Biden vorrebbe inserire nel suo arsenale – assai limitato – contro l’inflazione. Proprio oggi è uscito il dato sull’aumento dei prezzi al consumo negli Stati Uniti durante il mese di maggio, +8,6%, che conferma l’urgenza di affrontare il carovita. Il prezzo dei carburanti fossili è una delle cause di questa inflazione, anche negli Stati Uniti che pure sono il più grande produttore mondiale di energia: l’autosufficienza non li risparmia dallo shock dei prezzi, dato che i mercati mondiali sono dei vasi comunicanti e le quotazioni di greggio e gas sono influenzate da domanda e offerta a livello globale.

La ministra del Tesoro americana deve affrontare questo acuto dilemma sul petrolio russo: le sanzioni, pur parziali, riducono l’offerta mondiale e così fanno salire i prezzi. Il risultato è doppiamente negativo, da una parte i Paesi occidentali vengono colpiti dai rincari energetici, dall’altra Putin pur vendendo meno greggio ottiene introiti consistenti per finanziare la guerra, proprio grazie all’aumento dei prezzi. «Dobbiamo riuscire a far sì che il petrolio russo continui ad affluire sui mercati – ha detto la Yellen – in modo da evitare fiammate dei prezzi che possono scatenare una recessione mondiale. Al tempo stesso il nostro obiettivo rimane senza dubbio quello di limitare gli introiti della Russia».

La quadratura del cerchio, la segretaria al Tesoro la cerca nella creazione di un «cartello di paesi consumatori di petrolio», che imponga un tetto stringente ai prezzi. Una delle soluzioni escogitate è questa, secondo un’anticipazione del Wall Street Journal: poiché buona parte delle esportazioni di petrolio viaggiano via mare e sono assicurate da società occidentali (spesso compagnie europee), si tratterebbe di imporre il tetto del prezzo ai contratti assicurativi. In obbedienza alle sanzioni già decise dall’Unione europea sul petrolio russo, le compagnie assicurative verrebbero autorizzate a firmare contratti con gli armatori delle petroliere solo se il prezzo del greggio resta sotto il tetto fissato. Così la Russia verrebbe costretta ad accettare pesanti sconti e il suo guadagno dall’export petrolifero ne risulterebbe decurtato.

Al tempo stesso potrebbe continuare a rifornire legalmente Cina e India, come peraltro sta già facendo. Già oggi Mosca dirotta petrolio soprattutto in India con sconti notevoli, anche di 30 dollari al barile.

L’idea americana è di costringerla a ribassi perfino più pesanti e generalizzati, in modo da imporre un calmiere su tutti i prezzi mondiali dell’energia fossile.

Lo scenario opposto, che gli americani temono, vede una Russia costretta a drastici tagli nella produzione che farebbero salire il barile di greggio dagli attuali 120 dollari fino a 200 dollari, e questo aggravio del costo dell’energia potrebbe precipitare una recessione in molte parti del mondo.

L’idea di un tetto al prezzo imposta dal G7 – dove sono rappresentati i maggiori paesi occidentali più il Giappone – potrebbe accompagnarsi a «sanzioni secondarie» su Cina e India qualora comprino petrolio russo al di fuori del prezzo stabilito.

La via è stretta: bisogna evitare che le sanzioni occidentali contro il petrolio russo ottengano l’effetto opposto a quello desiderato, cioè impoveriscano l’Occidente senza intaccare le risorse finanziarie di Putin.

Federico Rampini pubblica una newsletter ogni sabato: si intitola «Global», e ci si iscrive qui.

10 giugno 2022 (modifica il 10 giugno 2022 | 19:24)

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, 2022-06-10 22:56:00, La proposta di Draghi di mettere un tetto al prezzo del gas piace agli Stati Uniti che la vorrebbero applicare al mercato del petrolio. Unendola magari a sanzioni secondarie per i Paesi che acquistano greggio a prezzi scontati da Mosca – in primis Cina e India, Federico Rampini

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