Baldissero, il sindaco alla consigliera: «Hai hackerato il Comune, sei malata, fatti curare dall’assessore alla Salute»

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di Simona Lorenzetti

L’attacco di Piero Cordero a Paola Chiesa durante un consiglio comunale in streaming. Lei è accusata di aver violato il sistema informatico. Ma replica: «Querelo il primo cittadino»

In paese che tra i due non corra buon sangue è noto. Del resto, l’estate scorsa in campagna elettorale non si erano risparmiati colpi (anche bassi) per vincere alle urne di ottobre. Ma quello che sta succedendo in queste ore nel Comune di Baldissero va al di là di ogni previsione di scontro politico, fino a rasentare la più surreale delle commedie italiane. Da una parte c’è l’ex vicesindaca Paola Chiesa, oggi consigliera d’opposizione, incappata in guai giudiziari perché avrebbe violato il sistema informatico del Comune che fino a un anno fa amministrava.

Dall’altra l’attuale primo cittadino Piero Cordero, che l’ha denunciata ed esposta (senza però citarla con nome e cognome) in consiglio comunale e in streaming a una reprimenda in cui la invita a «lasciare il paese» e a «farsi curare». Lei replica che, al netto delle accuse che le rivolge la Procura e alle quali risponderà nelle opportune sedi, «è gravissimo» quanto detto dal sindaco «per fare “terra bruciata” preventiva nei confronti del proprio avversario».

Partiamo dall’inizio. Tra ottobre e novembre dello scorso anno Cordero ordina una bonifica del Comune e dei sistemi informatici. Emergono diversi accessi abusivi, con incursioni nei registri dell’ufficio anagrafe, del protocollo e della ragioneria. Gli esperti scovano il presunto hacker e il sindaco presenta un’articolata denuncia ai carabinieri.

Nei giorni scorsi, il pm Enrico Arnaldi di Balme notifica a Chiesa un avviso di conclusione indagine: in sostanza, la consigliera è accusata di aver violato il sistema informatico in poco meno di un centinaio di occasioni tra il 7 ottobre e il 22 novembre.

Stando alla ricostruzione degli inquirenti, l’esponente politico — che aveva sfidato Cordero per la poltrona di primo cittadino con la propria lista, «Paola c’è» — all’indomani della sconfitta elettorale avrebbe usato i codici di accesso che le erano stati assegnati nei cinque anni del precedente mandato per «violare» i sistemi.

Lunedì sera in consiglio comunale il sindaco, al termine di una seduta in cui non sono mancate le consuete stilettate tra lui e la consigliera, annuncia che il Comune è stato vittima di un’incursione hacker e che sono stati calcolati abusi «per 898 ore e 12 minuti in 47 giorni». Sottolinea la gravità del gesto del presunto «Anonymous», di cui non cita il nome: «Non voglio sporcarmi la bocca» . Ma rivela che si tratta di un baldisserese: «Nelle città-stato dell’antica Grecia chi tradiva il suo popolo subiva l’ostracismo, nell’antica Roma andavano un po’ più per le spicce. In Estremo Oriente chi perde l’onore fa harakiri. Noi non ci aspettiamo una cosa del genere, ma ci costituiremo parte civile e chiederemo un indennizzo pesantissimo».

Poi si rivolge all’anonima consigliera: «Sarebbe il caso che questa persona valutasse l’incompatibilità ambientale in cui sono piombate lei e la sua famiglia. Penso sia il caso di valutare il cambiamento d’aria e d’ambiente. In ogni caso, certamente, questa persona cambierà casa».

Lei ascolta impassibile, ma le labbra arricciate tradiscono il disappunto. Cordero va avanti: «Cosa ti è passato per la testa? Mi dicono che hai più di 50 anni, un lavoro precario. Probabilmente sei una persona malata. Noi abbiamo una fortuna, te lo dico da fratello maggiore, che nella nostra giunta ci sono due assessori molto bravi e preparati che ti possono aiutare: l’assessore alla Salute e quello alla Disabilità. Perché dovrai fare un percorso di recupero. Ma ti rendi conto che se qualcuno dei tuoi cittadini subisse un tentativo di estorsione, il primo che vanno a prendere sei tu? Ma lo sai che non ti potrai più candidare, qualora ti fosse venuto in mente?».

In conclusione: «Presto tutti sapranno chi sei. Baldissero è un paese di contadini: hanno le scarpe e le mani grosse, le spalle larghe e il cervello fino. E se gli salta la mosca al naso, le cose non te le mandano a dire. Hai fatto una grande cretinata».

Il consiglio si chiude così, ma il giorno dopo Chiesa ribatte e parla di mero «attacco politico» a suon di «allusioni» che non trovano «riscontro negli atti dell’indagine». Lo scontro è al vetriolo, così come è stato in questi sette mesi di legislatura in cui la consigliera ha svolto una dura opposizione: «Sono stata attaccata personalmente, tacciata, tra l’altro, di essere malata di mente, di avere bisogno di cure, di essere una “delinquente”, di aver sottratto dati per perpetrare “estorsioni” ai cittadini, di aver bisogno di cure mentali, con tanto di invito al suicidio al fine di purgare l’onta alla propria immagine che questa vicenda le arrecherebbe, ma addirittura ha esteso le sue minacce ed illazioni ai miei familiari ed agli amici».

La consigliera annuncia querela per riabilitare il proprio nome e per mettere fine a un clima «da caccia alle streghe». Sul piano giudiziario, invece, ha chiesto di essere interrogata. «Ci sono molti punti da chiarire — spiega il suo avvocato difensore, Massimo Davi —. Non vi è prova, infatti, che siano stati scaricati documenti di nessun genere e che si sia trattato di accessi abusivi». Insomma, la storia pare essere solo al primo capitolo. E ora la battaglia tra maggioranza e opposizione si sposta in Tribunale.

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19 luglio 2022 (modifica il 19 luglio 2022 | 21:08)

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, 2022-07-19 19:47:00, L’attacco di Piero Cordero a Paola Chiesa durante un consiglio comunale in streaming. Lei è accusata di aver violato il sistema informatico. Ma replica: «Querelo il primo cittadino», Simona Lorenzetti

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