Il tar aveva sospeso la bocciatura. la scuola ha rivisto il giudizio di Giuseppe Mantica* *avvocato cassazionista
Alunno promosso a dicembre: il Tar ordina il riesame e la scuola riconosce le proprie irregolarità. La tecnica processuale del «remand» ha funzionato per un istituto tecnico di Pordenone, dove un alunno era stato bocciato a settembre, grazie all’ordinanza cautelare n. 141 del 22 novembre 2017 (decisa e pubblicata) del Tribunale amministrativo di Trieste, che, prima di decidere il merito della questione, ha ritenuto di sospendere cautelarmente il provvedimento impugnato e di restituire alla scuola il potere di riesaminare e ri-pronunciarsi sul caso. Modalità, dunque, che il Tar può adottare per rimettere in gioco l’amministrazione quando ravvisa situazioni emendabili anche in virtù del principio che gli organi dello Stato devono determinarsi secondo legge e non secondo volontà.Il caso in sé era singolare, trattandosi di uno studente al quale era stata assegnata una insufficienza a giugno e rimandato al recupero del debito, che poi erano diventate due e infine giudicate come prove non superate. I genitori, infatti, muovevano causa alla scuola contestando che mentre il verbale di giugno riferiva dell’insufficienza in una materia, a settembre l’alunno si trovava a dover sostenere due verifiche di recupero, di cui una nemmeno comunicata alla famiglia, peraltro nello stesso giorno.
Tale modo di fare, secondo il Tar friulano, «inficiava gravemente» il giudizio finale. Gli stessi giudici amministrativi avevano, inoltre, modo di rilevare che le numerose assenze del docente di una delle materie oggetto del debito, non adeguatamente sostituito con insegnanti della stessa disciplina, rendevano «verosimilmente compromesso» il processo formativo che la scuola deve invece garantire, prima di valutare. Annotavano anche che il discente aveva raggiunto una media complessiva, pur comprendendo gli esiti negativi delle verifiche di recupero, superiore alla sufficienza.
Tutte queste situazioni configuravano la possibilità di ordinare il riesame dell’esito dello scrutinio impugnato evitando così l’aggravio del prosieguo giudiziario; la questione rientrava quindi a scuola per una rivalutazione alla luce dei rilievi mossi dal Tar. A questo punto è il difensore dello studente, l’avv. Da Re di Pordenone, che fa sapere di una nota del dirigente scolastico trasmessa ai genitori con la quale si informa che il consiglio di classe, appena qualche giorno dopo l’ordinanza, ossia il 28 novembre, in funzione di scrutinio ha riformulato il giudizio finale esprimendosi per l’ammissione alla classe successiva.
Nello stesso provvedimento il preside ha previsto che gli insegnanti interessati della nuova classe avranno cura di predisporre un percorso personalizzato di ripristino e sistemazione delle competenze dello studente che è già nella nuova classe dal 1° dicembre.
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Fonte dell’articolo: ItaliaOggi