Alunni plusdotati, il parere di una docente: Su alcune materie ne sanno molto di più di noi insegnanti. In classe si annoiano, occorre sperimentare

Molte volte gli studenti hanno bisogni di apprendimento unici che richiedono un insegnamento personalizzato che rispetti le loro caratteristiche e ne promuova l’inclusività nel processo di apprendimento.

Non è facile quantificare il numero di studenti plusdotati in Italia, ovvero giovani con un QI superiore alla media, a volte oltre il punteggio di 130, che dimostrano un’elevata abilità di apprendimento e curiosità intellettuale. Pur avendo un’intelligenza superiore, questi studenti possono avere difficoltà ad adattarsi all’ambiente scolastico, il che può portare a problemi emotivi o comportamentali o di apprendimento.

Riconoscere uno studente gifted e supportarlo nell’apprendimento non è sempre facile, poiché spesso questi studenti tendono a nascondere la loro intelligenza o a canalizzarla in comportamenti inappropriati, che non valorizzano il loro potenziale. Tuttavia, sono noti per la loro curiosità e le loro idee originali.

A La Repubblica interviene la docente di matematica Valentina Durante. L’insegnante ha seguito un corso quando uno studente con un certificato di plusdotazione è arrivato nella sua classe e ha imparato ad accettare che questo studente, su alcune materie, sapesse molto di più rispetto a lei e agli altri insegnanti. Tuttavia, questo non è sempre facile per tutti, poiché accettare che una persona di 14 anni sia più preparata rispetto a un insegnante non è semplice.

Durante, al giornale, ha raccontato la sua esperienza nella propria scuola, il liceo Morgagni di Roma. L’istituto ha sezioni sperimentali con un numero limitato di studenti, senza voti e con compiti in classe svolti in gruppi suddivisi per livello. Questo permette agli studenti plusdotati di confrontarsi con compagni simili a loro e di sentirsi stimolati. “Quando si permette a questi giovani di esprimersi, la relazione funziona”, ha aggiunto l’insegnante.

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