Alessandro Di Battista contro il M5S: «Costretto a lasciare, non mi vogliono»

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di Valentina Santarpia

In un video su Facebook gli attacchi a Grillo «padre padrone», anche se non dimentica «quello che ha fatto per me». Giuseppe Conte? «Leale, lo ringrazio, è stato sincero». Il futuro? «Un’associazione civica per fare politica dal basso»

«Non mi vogliono, sono stato costretto a lasciare, Grillo fa da padre padrone». Non ha freni Alessandro Di Battista nel video social in cui decide di spiegare perché non si è presentato alle parlamentarie del Movimento in vista delle prossime elezioni. «Io di fatto sono stato costretto a lasciare il M5s, proprio perché soprattutto Grillo ha indirizzato il Movimento nel governo dell’assembramento», attacca. «Ma anche precedentemente io ho avuto momenti difficili, quando fondamentalmente mi hanno impedito di fare il capo politico del M5S evitando di votare, quando non hanno neppure voluto pubblicare i voti degli Stati Generali perché io avevo preso il triplo dei voti di Di Maio». «E quindi non si doveva far sapere», aggiunge.

Il suo discorso è a metà tra una critica feroce e una lamentela accorata: «Molti del M5S non mi vogliono. Nessuno mi ha chiamato e mi ha detto “abbiamo bisogno di te”, a parte Danilo Toninelli. Il più disponibile è stato Giuseppe Conte che è stato la persona più onesta e più corretta con me. Abbiamo avuto una interlocuzione molte leale, lo ringrazio. Per me è un galantuomo. Credo che abbia veramente a cuore gli interessi del Paese. Ma se non ci sono le condizioni se lo stesso garante non ti vuole e non è riuscito a prendersi le proprie responsabilità politiche, non posso firmare una fiducia in bianco al Movimento», spiega Di Battista. L’ex 5s cita anche alcune interviste in cui era chiaro l’indirizzo dei capi del partito: «Le più gentili erano “se torna si deve allineare” e le meno erano “non abbiamo bisogno di lui perché è un distruttore tipo Attila”, «quando forse i disboscatori di consensi sono stati altri».

Le parole più dure, ma anche quelle più accorate, sono per Grillo: «Io politicamente non mi fido di Beppe Grillo. Ancora Beppe Grillo fa da padre padrone e io sotto di lui non ci sto». Ma poi aggiunge: «Anche se non dimentico quello che ha fatto per il paese e anche per me. Non solo lui ma anche Gianroberto Casaleggio. Beppe Grillo ci ha rimesso una valanga di soldi con il Movimento, oltre che la sua tranquillità personale. Grillo dovrebbe fare un passo di lato», ha concluso.

L’unico che si salva è l’ex presidente del Consiglio: «Con Conte abbiamo avuto un’interlocuzione molto leale, lo ringrazio, perché è stato molto sincero. Per me è un galantuomo, non mi ha mai mancato di rispetto e mi ha sempre detto la verità. Si è sempre comportato bene. Credo che abbia veramente a cuore l’interesse del paese». Con Conte, prosegue l’ex deputato M5S, «su alcune posizioni abbiamo idee molto diverse, io non sono un atlantista e non credo minimamente all’efficacia delle sanzioni (alla Russia, ndr), mai e poi mai avrei votato per l’invio di armi all’Ucraina. Per me atlantismo ed europeismo oggi non sono la stessa cosa».

Infine, le critiche agli «altri»: «Di questi tempi tutti vogliono candidarsi, pur di avere una poltrona in Parlamento sono disposti a vendere la madre, a calpestare le proprie coscienze e la propria dignità – se ancora ne hanno un grammo -, a infilarsi nella sede del Partito democratico per elemosinare un seggio quando avevano detto peste e corna del Pd… Io davvero non sono come queste persone grazie a Dio». E il riferimento, neanche troppo casuale, sembra portare dritto a Luigi di Maio.

I prossimi passi? Ora creerà «un’associazione civica per fare cittadinanza attiva, politica da fuori del Parlamento, dal basso. Poi vedremo in futuro». Non è chiaro se prima o dopo il viaggio in Russia, annunciato due mesi fa.

9 agosto 2022 (modifica il 9 agosto 2022 | 14:46)

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, 2022-08-09 20:15:00, In un video su Facebook gli attacchi a Grillo «padre padrone», anche se non dimentica «quello che ha fatto per me». Giuseppe Conte? «Leale, lo ringrazio, è stato sincero». Il futuro? «Un’associazione civica per fare politica dal basso», Valentina Santarpia

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