Ales Bialiatski, Nobel per la Pace, detenuto al buio in Bielorussia. La magistratura russa sequestra gli uffici della ong Memorial a Mosca

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Campioni perseguitati dei diritti umani: l’uomo arrestato 25 volte è dietro le sbarre nella semi-oscurità: con lui premiata l’organizzazione Memorial, dissolta dalle autorità russe, e il Centro ucraino per le libertà civili che documenta i crimini di guerra

Difficile che questa volta arrivino le congratulazioni a denti stretti del Cremlino, come era successo l’anno scorso quando fu premiato il giornalista dissidente russo Dmitry Muratov. Anche quest’anno l’Accademia del Nobel punta i riflettori sul regime di Vladimir Putin, e su quello del dittatore satellite Alexandr Lukashenko. Ma il mondo è cambiato. Nessuna cortesia di facciata per i vincitori oppressi da parte degli oppressori. Visibili sullo sfondo, oltre la presidente del Comitato Berit Reiss-Andersen che annuncia i premi e oltre le porte di legno scuro dell’Istituto Norvegese del Nobel, ci sono la guerra in Ucraina e la repressione interna portata avanti meticolosamente dal governo di Mosca e da quello di Minsk.

Il sequestro degli uffici della ong

Tre premiati, un individuo e due gruppi. Un prigioniero, un’associazione fuorilegge, un’altra che cerca di documentare i crimini di una guerra in corso. Che cosa li accomuna? Secondo l’Accademia del Nobel, tutti promuovono «il diritto a criticare il potere». Denuncia dopo denuncia, caso su caso. Il costo è alto, e spesso vuole dire privazione della libertà. Il veterano della difesa dei diritti umani in Bielorussia, Ales Bialiatski, 60 anni, è attualmente in carcere; la storica organizzazione russa per i diritti umani Memorial, fondata nel 1987 nell’Urss, è stata sciolta dalle autorità di Mosca alla fine del 2021 con l’accusa di agire come «agente straniero»: per oltre 30 anni, Memorial ha raccolto e documentato le storie di milioni di persone fatte sparire dal sistema sovietico: un esercizio di memoria che non va a genio ai potenti di oggi, che fondano la loro retorica sul mito della fine dell’Urss come catastrofe. proprio in serata è arrivata la notizia che la magistratura russa ha ordinato il sequestro degli uffici a Mosca dell’ong Memorial. Memoria di ieri e di oggi: premiata con il Nobel anche l’organizzazione non governativa ucraina Center for Civil Liberties, fondata a Kiev nel 2007, che opera in un Paese vittima di una guerra di aggressione dove il rispetto della libertà e la ricerca della verità troppo spesso non sono stati una priorità.

L’uomo arrestato 25 volte

Ales Bialiatski è nato in Carelia, Russia, il 25 settembre 1962. Ha compiuto il suo sessantesimo compleanno in un carcere bielorusso. Non è la prima volta: Bialiatski ha fondato nel 1996 a Minsk il centro per i diritti umani Viasna, che significa primavera (spring96.org). Da allora è stato arrestato 25 volte. L’ultima nel 2020, quando in Bielorussia scoppiò la grande rivolta pacifica che sembrava sul punto di scalzare la dittatura di Lukashenko. Non è andata così, anche per via del sostegno fornito da Mosca al governo vassallo di Minsk. Oggi Bialiatski, laurea in storia e filologia, capelli incanutiti e barba sale e pele, è detenuto in una cella buia nel seminterrato di una prigione di massima sicurezza, secondo quanto denunciato da Viasna in un comunicato alla fine di settembre. Poca luce, quasi nessun accesso alla corrispondenza. Il suo non è un caso isolato. Soltanto nell’ultimo mese, fa sapere Viasna, 387 oppositori e manifestanti sono stati arrestati in Bielorussia. La notizia del Nobel, ammesso che lo abbia raggiunto nel seminterrato dietro le sbarre dove vive, sarà arrivata in differita. O con un supplemento di beffe e punizioni. La moglie, Natallia Pinchuk, ha ringraziato al suo posto: «Sono sommersa dall’emozione — ha detto all’agenzia France Press — Esprimo la mia profonda gratitudine al Comitato del Nobel e alla comunità internazionale per il riconoscimento al lavoro di Ales, dei suoi colleghi e della sua organizzazione». Una piccola grande luce, per un uomo arrestato 25 volte che vive prigioniero nell’oscurità.

7 ottobre 2022 (modifica il 7 ottobre 2022 | 22:26)

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, 2022-10-07 20:26:00, Campioni perseguitati dei diritti umani: l’uomo arrestato 25 volte è dietro le sbarre nella semi-oscurità: con lui premiata l’organizzazione Memorial, dissolta dalle autorità russe, e il Centro ucraino per le libertà civili che documenta i crimini di guerra ,

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