Giugno giunge al culmine di un carico di adempimenti, e porta con sé esami, riunioni, bilanci, verifiche e voti, ma anche un peso invisibile e più profondo: quello dell’impatto emotivo dell’intero anno scolastico. Ogni insegnante lo percepisce nel corpo che cede alla fatica e nella mente che si fa nebbiosa, come un’inquietudine sottile fatta di stanchezza fisica, calo motivazionale, svuotamento empatico. Le neuroscienze parlano di carico cognitivo cumulativo, in quanto ogni decisione, ogni parola detta in classe, ogni relazione gestita giorno dopo giorno incide sui circuiti del sistema limbico e della corteccia prefrontale, esaurendo progressivamente le risorse attentive e regolative. Ma non è solo affaticamento, è la testimonianza profonda dell’essersi donati interamente. È la traccia vivente dell’averci messo il cuore, anche quando tutto sembrava remare contro.
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Giugno e la mente dei docenti in modalità allarme, tra lo stress dellanno e gli ultimi adempimenti. Estate tempo della cura e a settembre si rinascerà
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