“L’obiettivo era quello di dimostrare che noi ci siamo e questo obiettivo lo abbiamo raggiunto con successo”. A nome di almeno ventisei scuole paritarie italiane, il rettore dell’Istituto Europeo paritario “Leopardi” di Milano, Roberto Pasolini, plaude alla ritrovata unità tra le associazioni che raggruppano le scuole paritarie, nel giorno che celebra il quarto di secolo dell’emanazione della Legge n. 62 del 2000. Con la legge 62 fu sancito, a inizio millennio e dopo mezzo secolo dalla Costituzione italiana, il principio secondo cui l’esercizio del diritto costituzionale all’istruzione può essere esercitato non solo dalla scuola statale ma dal sistema istruzione e formazione dentro cui c’è a pieno titolo la scuola paritaria. Un principio attorno al quale si è sviluppato uno storico dibattito. Da un lato chi ritiene che un cittadino debba potere esercitare – nei fatti – il diritto costituzionale allo studio nel sistema di istruzione nel quale c’è anche la scuola paritaria. Dall’altro lato chi segnala che non dovrebbero esserci oneri a carico dello Stato qualora un cittadino intendesse esercitare la libera scelta di indirizzare i propri figli verso la scuola non statale. Sullo sfondo i contributi che le paritarie chiedono allo Stato per poter garantire nei fatti la libertà di istruzione e che quest’anno sono stati 760 milioni di euro. Il vero pomo ideologico della discordia.
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20% delle famiglie interessata a scuola paritaria, ma si iscrive il 10%. Fattore economico determinante. Diplomifici? Eliminiamo valore legale e nessuno comprerà più il diploma. INTERVISTA a Roberto Pasolini
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