Porcupine Tree: «Il rock non ha saputo reinventarsi. I Maneskin? Sono terribili, una copia scadente del passato»

Spread the love

di Barbara Visentin

Il gruppo britannico di Steven Wilson è tornato dopo 12 anni con l’album «Closure/Continuation»: «La musica di oggi è TikTok. Noi non ci riusciamo»

«La musica di oggi è TikTok, è contenuto social. Come fai a fare musica in 15 secondi? Noi non ci riusciamo». In effetti le canzoni dei Porcupine Tree, rock band britannica di culto tornata con il nuovo disco «Closure/Continuation» dopo oltre 12 anni di pausa, durano facilmente 8 o 9 minuti ciascuna. Un approccio anacronistico, se guardiamo ai trend, forte però di una posizione più unica che rara nel mondo musicale: lontano dal mainstream, il gruppo guidato dal musicista, produttore e cantautore Steven Wilson gode di un seguito affezionatissimo fin dagli anni 90 e, pur poco conosciuto al grande pubblico, riempie grossi club e palazzetti (saranno a Milano, al Forum di Assago, il 24 ottobre).

Con questo ritorno, molto atteso dai fan, i Porcupine Tree sono entrati anche nelle classifiche: in Italia «Closure/Continuation» è il quarto disco più venduto della settimana (dopo il podio tutto rap Lazza, Shiva e Rkomi), nonché il primo fra i vinili, in Inghilterra è sono in top five per la prima volta nella loro carriera, secondi solo ad Harry Styles.

«A pensarci la nostra è la situazione ideale – riflette Wilson, 54 anni -. Non ci senti nelle radio o in tv, non scendiamo ad alcun compromesso, eppure abbiamo lo stesso un pubblico numeroso. Quando la gente ci scopre, diventa quasi evangelica nei nostri confronti e credo che in parte sia proprio perché capisce che il marketing non c’entra nulla. Certo, la nostra fanbase è grande in termini relativi, non siamo mica i Foo Fighters o i Metallica, ma considerato che abbiamo passato la nostra carriera a fare esattamente quel cavolo che volevamo, scelgo questo rispetto ad avere davanti 100mila persone». Influenzati dal rock progressivo degli anni 70 e passati negli anni attraverso continue sperimentazioni, i Porcupine Tree sono tornati senza fretta: «Ci doveva essere una ragione per fare un disco, qualcosa che suonasse come un’evoluzione, da poter fare uscire solo ora, nel 2022», spiega Wilson, a capo del trio completato dal tastierista Richard Barbieri e dal batterista Gavin Harrison (già con i King Crimson).

Così «Closure/Continuation» raccoglie le meticolose sperimentazioni sul sound avvenute nell’arco degli ultimi 10 anni, con testi che guardano anche all’attualità: «Abbiamo attraversato tempi molto inquietanti. C’è stata l’amministrazione Trump, il fiasco della Brexit e ora Putin. Non vogliamo il cliché del disco ispirato al Covid o a Trump, ma è difficile non parlare di queste cose perché sono parte del mondo in cui viviamo».

E come sta oggi il rock, secondo loro? «Ci sono delle nuove band, ma il rock ha fallito nel reinventarsi per troppo tempo – sostiene Wilson -. È ormai diventato virtualmente invisibile nel mainstream, dove l’urban è completamente dominante, ed è diventato un genere di culto, come è successo al jazz nella seconda metà del Novecento. Non dico che sia una brutta cosa, anche io se fossi un ragazzino sarei più interessato a Billie Eilish o a Taylor Swift che al nuovo disco degli Iron Maiden o dei Foo Fighters. Ma ho scoperto tante nuove rock band valide negli ultimi 20 anni? La risposta è no».

Wilson non salva neanche i Måneskin: «Sono terribili. Certo è fantastico per l’Italia ed è sempre positivo quando una band fa conoscere ai ragazzi chitarre e batterie, vorrei solo che fossero un po’ meglio. Per chi è cresciuto sentendo i Led Zeppelin, i Pink Floyd o i Black Sabbath, ascoltare gruppi come i Måneskin o i Greta Van Fleet e prenderli seriamente è dura perché sono una copia scadente di quel che erano gli altri. I Måneskin sono molto meglio dei Greta che sono una specie di versione boy band degli Zeppelin, ma non sarebbe bello se arrivasse qualcuno di un po’ più creativo e ispirato?».

4 luglio 2022 (modifica il 4 luglio 2022 | 21:10)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-07-04 19:20:00, Il gruppo britannico di Steven Wilson è tornato dopo 12 anni con l’album «Closure/Continuation»: «La musica di oggi è TikTok. Noi non ci riusciamo», Barbara Visentin

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.